Si trattava della storia del vecchio seminarista che al suo esame finale continua a non capire l'idea dell'onnipotenza divina.
"Bene, fatemi un esempio di qualche cosa che il Signore non possa fare", dice il vescovo esaminatore.
"Non ci vuol molto, Vostra Eminenza", risponde il seminarista. "Tutti sanno che il Signore stesso non può prendere l'asso di briscola con un comunissimo due".
Vi era più senso in quella sciocca storiella che in mille trattati di teologia.
Le leggi del gioco costituiscono l'essenza di quel gioco. La violazione di queste leggi distruggerebbe l'intero gioco. L'Assoluto non può interferire nella nostra vita e sostituire altri risultati a quelli naturali delle cose accidentalmente create da noi, o al di fuori di noi, più di quanto possa prendere l'asso di briscola con il due. Turghenief scrisse da qualche parte che tutte le preghiere ordinarie possono essere ridotte a questa:
"Signore, fate che due più due non faccia quattro".
Il che è la stessa cosa dell'asso di briscola del seminarista".
da "Frammenti di un insegnamento sconosciuto", di P.D. Ouspensky, Casa Editrice Astrolabio, 1976, p.108.

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